lunedì 31 dicembre 2007

Il termine "papali" non indica direttamente il Papato, lo uso genericamente per chi mostri di ritenersi a prescindere depositario della verità. Mi dispiace per la violenza fatta al termine "fatwa".


Leggo con gli occhi velati,
velati di bruma sottile,
che passa in rassegna pian piano
ricordi d'un vecchio vinile.

Passan le ore in un lampo,
passan sospesi momenti,
passano gli occhi le scritte
di fatwe papali e commenti.

Passan le lacrime intanto
di quello che aveva creduto,
di chi non si arrende ma sogna
e il sogno gli è sempre piaciuto.

Leggo dei soliti versi
fra tanti giornali e memorie,
fra tante opinioni forbite
di chi ci racconta le storie.

Passan le lacrime il fiume,
là dove si lavano i volti,
là dove fra non molto tempo
saranno ricordi sepolti.

Passano i giorni le ore,
tornano vecchi lamenti
e il nostro ideale malconcio
che solo, in silenzio, lo senti.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Mi sembra bella!
Anche se non me ne intendo proprio di poesia e... fondamentalmente... non ci ho capito... nulla!

Comunque la cosa fondamentale è che sei tornato ad aggiornare il blog, evvai!

Unknown ha detto...

Ah, non c'è titolo!

Cisco ha detto...

L'ho scritta pochi giorni dopo l'assassinio di Benazir Bhutto. Parla di quelle sensazioni tra la malinconia e l'attesa di quando si sente che il vento tira ancora in direzione contraria.

Unknown ha detto...

Ah, ecco! Vado a rileggerla...

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-Noncommercial-Share Alike 3.0 License.