venerdì 1 giugno 2007

Mario Placanica, ex carabiniere, ritenuto colui che sparò e uccise Carlo Giuliani alle manifestazioni contro il G8 di Genova del luglio 2001, ha già cambiato più volte la sua versione di quei fatti. Certo è che, chiamato a testimoniare il 26 settembre 2005 al processo contro i manifestanti no global, si è avvalso della facoltà di non rispondere (Wikipedia). All'inizio di quest'anno ha dichiarato di avere ricevuto minacce di morte e di non volere più testimoniare alcunché, ma ha aggiunto che la sua "battaglia contro l'Arma dei carabinieri continuerà perché mi hanno rovinato la vita" (RaiNews24). Oggi, venerdì 1° giugno 2007, invece, Mario Placanica dovrebbe testimoniare a quello stesso processo per cui si era avvalso della facoltà di non rispondere. Il legale di uno dei manifestanti imputati, Ezio Menzione, colui che ha chiesto di fare convocare Placanica come teste in seguito ad alcune sue "interviste e dichiarazioni che gettavano una luce inedita su quei tragici fatti e si era dichiarato disponibile a parlare anche dinnanzi alla magistratura", ha dichiarato di avere ricevuto sabato mattina scorso minacce di morte (Comitato verità e giustizia per Genova e Realnauta).

Il 12 marzo scorso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha dichiarato "ricevibile" il ricorso della famiglia Giuliani, che sostiene che la morte di Carlo "è dovuta ad un uso eccessivo della forza" in violazione dell'articolo 2 della Convenzione dei diritti dell'uomo, il diritto alla vita (Supporto legale).

Tutto questo mentre recentemente è apparso su www.namir.it un video in cui, analizzando le immagini del momento dell'uccisione di Carlo Giuliani, si arriva a sostenere che fu un'altra persona all'interno della jeep a sparare. Non ho idea dell'attendibilità di questa tesi, ma certo è condivisibile la richiesta che viene fatta: l'apertura di una commissione parlamentare d'inchiesta, che fa(ceva) parte del programma dell'Unione (pagina 77, per la precisione).

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